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lunedì 14 dicembre 2009

Paja su aggressione a Mr.B

Quanto segue è una lettera che mi ha inviato via mail il mio amico Stefano Pagliarini (Radicali Italiani). Stefano è il referente dell'Associazione Radicale "Luca Coscioni, per la libertà di ricerca scientifica" nella mia regione, le Marche.
Concordo con le parole usate da Stefano, anche se giunge ad una conclusione, come dire... " un pò troppo pannelliana " nel senso di Marco Pannella (!)


Berlusconi, antiberlusconismo, violenza.


<< Cari amici e amiche,

vi scrivo perchè voglio esprimervi il mio sdegno e la mia angoscia per la vicenda successa oggi che vede il premier Silvio Berlusconi protagonista di una violenza fisica.
Ma vi scrivo perchè voglio condividere con voi alcune riflessioni. In anni di attività politica per il Partito Radicale e sociale per l'Associazione Luca Coscioni, per la prima volta, oggi, mi è accaduto un fatto singolare: nel dirigermi verso il centro della mia città, che è Ancona, sono stato travolto da una notizia che viaggiava di bocca in bocca con una velocità allucinante e che veniva raccontata con un'enfasi e un'agitazione mai viste prima. In anni di lotte, tempo e energie spese per gli invalidi che in Italia non possono comunicare e muoversi per la città, per la laicità dello Stato, per il Satyagraha sulla pena di morte, per la garanzia delle libertà dell'individuo e dei diritti civili, non avevo mai visto un fomento tale nelle persone di fronte al caso Berlusconi.
Esprimo dunque la mia più assoluta preoccupazione nel vedere una società dormiente e totalmente indifferente di fronte a ciò che succede in questo paese, ma sveglia reattiva e vivace di fronte a questi eventi. Temo sempre di più che il nostro paese e la nostra società abbia smesso di interessarsi totalmente, non della politica, ma di qualunque cosa succeda intorno ad esso e che riguardi il diritto, il sociale, la politica. Mi sembra che questa apatia abbia trasformato i cittadini, che nel massimo senso dell'espressione sono coloro che possono e devono dire la loro sulla "res publica", in ultras, in tifosi e che i partiti politici non siano più le rappresentanze dei cittadini, ma siano i raccoglitori e gestori delle emozioni di questi tifosi. Temo quindi che si stia creando un vuoto spaventoso, un vuoto che si riempie solo di fronte a casi in cui un esponente politico è vittima di una violenza, un vuoto che si riempie soltanto di urla, di grida che condannano e difendono quell'esponente.
Da Radicale, non violento e gandhiano, provo vergogna e ribrezzo nei confronti di quell'uomo che oggi ha mosso violenza fisica verso Silvio Berlusconi, provo dolori di stomaco di fronte a Antonio di Pietro che dichiara che Silvio Berlusconi "se l'è cercata", provo stupore e ansia di fronte ad un gruppo di Facebook che inneggia all'autore della violenza raggiunge in poco più di 2 ore più di 24 mila iscrizioni.Mi spiace soprattutto che, spesso, coloro che "odiano" Berlusconi come se avesse sterminato loro la famiglia sono quelli che poi votano partiti politici in cui ci sono altri "Berlusconi" più bravi nell'occultare le loro "mani sporche" e che hanno quell'ipocrisia di pensare che sono solo povere vittime di uomo sceso in campo nel 1994.
Temo dunque per questo paese perchè nella storia la violenza ha sempre generato violenza, e la violenza giustificata ha provocato "violenza legittimata", la violenza legittimata ha sempre riempito quei vuoti generando totalitarismi, anni di piombo, stati di polizia e genocidi. >>

Stefano Pagliarini