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domenica 12 luglio 2009

CONTRO LA LEGGE AHMADINEJAD

Nell'Italia del Berluscone si sta per emanare l' ennesima legge porcata: il ddl 1415 sulle (o meglio, contro le) intercettazioni e sulla (anzi, contro la) cronaca giudiziaria. Con il suddetto progetto di legge, la maggioranza conservatrice ed illiberale propone di tagliare i fili delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, tagliare le inchieste giudiziarie e tagliare la libertà di stampa.

Di fatto, è una legge incostituzionale, in quanto in piena violazione dell'articolo 21 della Costituzione che così recita: "LA STAMPA NON PUò ESSERE SOGGETTA AD AUTORIZZAZIONI O CENSURE. TUTTI HANNO DIRITTO DI MANIFESTARE LIBERAMENTE IL PROPRIO PENSIERO CON LA PAROLA, LO SCRITTO ED OGNI ALTRO MEZZO DI DIFFUSIONE". Qual'è la necessità di una legge così orrenda ed antidemocratica? Berluscone, che vive con l'incubo costante di essere spiato, non vuole che vengano pubblicate le intercettazioni che lo riguardano, anche se queste non sono coperte dal segreto di Stato.

La stampa estera, sempre attenta a ciò che avviene nel Belpaese (contrariamente alla maggioranza di quella autoctona) è molto critica a tale provvedimento. Il collega di EL PAìS, Miguel Mora intervistato da liberacittadinanza.it ha definito il ddl 1415 "Legge Ahmadinejad", spiegando che è una legge "all'altezza dei governanti della Repubblica Islamica Iraniana". Regime, quest'ultimo, che prima espelle dal paese i giornalisti stranieri, poi carica a suon di armi da fuoco le manifestazioni di protesta, e infine, imprigiona quei cronisti che hanno il coraggio di raccontare i fatti drammatici del dopo elezioni.

Tornando all'Italia del Berluscone, la "legge Ahmadinejad" è stata ribattezzata in patria "legge bavaglio" perchè si pone come un vero e proprio bavaglio nei confronti della magistratura, dell'informazione e dei cittadini. La legge sulle (anzi, contro le) intercettazioni impedisce di fatto alla magistratura di utilizzare uno strumento fondamentale per agire. Stabilire un limite di 60 giorni per le intercettazioni è ridicolo per qualsiasi magistrato che voglia indagare seriamente su fenomeni come quelli della criminalità organizzata o su reati esecrabili come la pedofilia. L’altro aspetto che ci riguarda più da vicino è quello dell’informazione: i giornalisti rischierebbero il carcere qualora pubblicassero i tabulati e gli editori multati finirebbero per chiudere o non pubblicare più nulla che possa essere considerato scomodo.

A tutto questo io non ci sto e, se sarò nelle condizioni, pubblicherò ugualmente ogni intercettazione di rilevanza pubblica e non coperta da segreto di Stato.Come collaboratore giornalista, sono pronto a pagare in tribunale le conseguenze del mio gesto, in attesa che la Corte Costituzionale e la Corte Europea di Giustizio di Strasburgo dichiarino illeggittima la legge Ahmadinejad, o legge bavaglio come dirsi voglia.