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domenica 20 dicembre 2009

Qui, PD@Marche. L'opzione centrista

Ieri 19 dicembre si è tenuta nella mattinata l'Assemblea regionale Partito Democratico che ha ufficializzato la candidatura del governatore uscente Gian Mario Spacca alle prossime elezioni regionali -marzo2010. Candidato unico, niente primarie, una coalizione "arcobaleno" -nel senso di molti colori (politici) alleati e, soprattutto l'incognita UDC (!)
Su questo punto mi sono soffermato nel mio discorso in occasione di un altra assemblea: quella del PD a livello provinciale del 17 dicembre scorso. Dove si è discusso di liste dei candidati e posizionamenti, insomma abbiamo osservato attentamente ed analiticamente i rispettivi ombelichi.... Un intervento, quindi, che avrei voluto fare anche nell'assise di ieri ma che, non avendo ascoltato tutti gli interventi a partire da quelli introduttivi del segretario Ucchielli e del Presidente della Regione Marche Spacca, pubblico qui sotto (ringrazio Pippo e lui sa il perchè).

Spero che esso sarà utile a qualcuno e a nessuno nocivo e che tutti mi saranno grati per la mia franchezza [Cartesio]

Cari amici e Cari compagni,
non è mia intenzione sviare dalle critiche (necessarie) al metodo adottato per la costituzione della lista dei candidati. Fin qui sono state avanzate critiche che sono anche le mie, ma vorrei parlare di un argomento che può sembrare fuori tema: L'OPZIONE CENTRISTA che -scusate il gioco di parole- c'entra sempre e comunque. C'entra eccome.
L'opzione centrista non fa altro che riproporre una soluzione analoga a quella già conosciuta nel centrosinistra italiano degli ultimi 20 anni. Niente di nuovo, solo che oggi si aggiungono insieme un po' più di moderazione e, soprattutto, uno spettro di alleanze ancora più ampio e dai contorni più incerti dei precedenti.
Nella situazione attuale è (forse?) inevitabile dover allargare la propria alleanza, allargarsi non solo con l'UDC, ma con chiunque sia sulla piazza. E' a questo punto che si pone il problema dell'alleanza. Il problema c'è e sta tutto nel metodo che il Partito Democratico saprà mettere in campo, anche per individuare i propri partner elettorali e politici. Ovvero, quelli che ci farano vincere e quelli che sapranno governare in coalizione.
Ammettiamo a noi stessi, allora, che non è del PD che parliamo, ma di un modello di alleanze paratattico, senza una sintesi, che darà i problemi che abbiamo finora conosciuto. In altri termini si tratta del solito passo indietro, un dejà vu, un CI-SIAMO-SBAGLIATI . Parole, quest'ultime, che troppo spesso sono state pronunciate da quegli stessi esponenti che hanno conosciuto solo questo schema politico e che continuano a ripresentarlo agli elettori. Perseveranti, ma per nulla coraggiosi.
Per ciò mi pongo alcune domande, dei PERCHE'? , che nessuno si sogna di chiedere a chi insiste con alleanze con le foze di centro.

PERCHE' un partito, prima ancora di esistere come partito, in tutte le sue articolazioni, si deve perdere in dibattiti sulle alleanze?
PERCHE' dobbiamo definirci a partire dai nostri alleati, veri o presunti, quando tutti ci chiedono di definire per primo il nostro profilo e la nostra proposta politica?
PERCHE' vogliamo discutere di alleanze, quando non sappiamo cosa succederà non dico fra un anno, ma nemmeno fra due mesi?
PERCHE' non ci preoccupiamo dei problemi, delle soluzioni e dei risultati, invece di dare l'impressione che l'unica cosa che ci appassiona sono i posizionamenti, le correnti e il solito dibattito ombelicale?
PERCHE' ci si alleerebbe al centro attualmente conosciuto come l'UDC? Per cambiare questo Paese o per conservarne le sue clientele? Per accelerare o per accodarsi ai suoi ritardi? Per invertire la rotta o per fermarsi ancora un po' a pensare?

Un rischio io lo vedo. Si corre, così facendo, il rischio di nobilitare le forze centriste -che per definizione sono impolitiche- come se a guidare l'UDC fosse Angela Merkel. Ma magari. Bisogna cercare i nostri elettori, invece che forme di rappresentanza vecchie ed evanescenti.
Qual è l'UDC? Quella del familismo e della vecchia visione democristiana della realtà? Il terzo polo tattico -e per nulla strategico? Il terzo polo tattico di chi non vota nè destra nè sinistra?
Non si sa cosa abbia fatto chi, come l'UDC, ora si presenta come <l'estremo centro> negli ultimi anni, se non fingere di essere in disaccordo con Berlusconi pur essendo suo alleato fino al 2006 compreso. Abbiamo a che fare con un moderatismo impalpabile e con un riformismo senza riforme.
Bisogna fare un passo indietro, capire cosa vogliamo essere e in che modo essere. Per questo non parlerei più di un'anima o di un'identità per il Piddì perchè le ritengo parole troppo impegnative e semmai parlerei di UN PROFILO. Darsi un profilo implica darsi anche nel contempo un metodo ed un percorso.
Un metodo ed un percorso per un Partito Democratico che sappia anche dire cosa vuole fare, dopo aver deciso cosa essere.

BUONE COSE