
E' da quest'ultimo fatto che vorrei partire. Dopo la bocciatura del Ddl Concia, è partita, anche se sotto traccia, una maratona dei governi locali per rispondere allo schiaffo del parlamento ricevuto dalla comunità Lgbt. Cittadini, lavoratori e contribuenti con la sola "colpa" della diversità e che per questo discriminati, malvessati e, nell'Italia dei "forti con i deboli e beboli con i forti", pestati, spesso, fino alla morte. A proporre la "Maratona di Civiltà" è il tavolo Lgbt del Partito democratico, insieme a quello di Sinistra e Libertà, con l'obiettivo di non lasciare che le istituzioni spengano i riflettori sull'omofobia. Si tratta di depositare entro il 1° dicembre in tutti i consigli regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali una mozione contro l'omofobia e la transfobia, su esempio del testo approvato all'unanimità dalla Regione Lazio.
Per quanto riguarda la città di Ancona, la mia proposta è totalmente ricalcata estendendo, però, la data entro la quale depositare la mozione, ovvero entro la fine dell'anno. Principalmente mi rivolgo al mio partito -PD- e in particolare alle persone del Capogruppo dei Democrats al Consiglio Comunale Pierfrancesco Benadduci e al Segretario comunale Pierluigi Fontana. Tutto questo non ha a che vedere, checchè ne dicano i conservatori e credenti intransigenti, con i valori non negoziabili, in quanto investe sì i princìpi , ma non quelli definiti, a torto, "non negoziabili". I valori, i princìpi che in uno Stato di diritto devono essere difesi riguardano l'uguaglianza fra i cittadini, la legalità nelle istituzioni ed è per questo che faccio mia l'iniziativa "Maratona di Civiltà", con l'auspicio e la convinzione che possa diventare non solo mia, ma di tutto il mio partito. Voglio proprio vedere se quei sedicenti depositari dei valori non negoziabili tra il gruppo dei Democrats in Comune -ce ne sono, eccome- riusciranno ad approvare (all'unanimità) una mozione antidiscriminatoria sulla base del genere ed orientamento sessuali.